Dopo mesi di contatti lavorativi praticamente nulli, timidamente qualcosa si muove.
Agenzie a cui avevo inviato il curriculum in gennaio mi hanno contattato ora, qualcuno mi ha chiesto preventivi per poi sparire nel nulla. Un quasi ritorno alla fase “datemi dieci Euro a preventivo e farete di me un’interprete ricca”.
Nel frattempo, prove tecniche per interpretariati a distanza.
Grazie alla app di WeChat, che non si limita alla semplice messaggistica ma consente, fra le tante funzioni disponibili, di effettuare chiamate di gruppo visualizzabili anche su schermo PC nell’applicazione per Windows, è possibile lavorare come interprete in remoto durante i primi incontri virtuali fra aziende italiane e cinesi.
Di considerazioni sugli aspetti negativi e positivi del lavoro da casa è pieno il web.
Mi limito ad aggiungere che il minore impatto ambientale rende ai miei occhi l’attività da casa comunque preferibile a qualsiasi altra modalità. La limitazione degli spostamenti non essenziali è un piccolo omaggio al martoriato pianeta su cui ci troviamo a vivere, e se così viene meno tanta della parte più divertente del mio lavoro, pazienza.
È comunque possibile instaurare dei legami, e valorizzare la nostra empatia anche a distanza (in effetti, mai come in questo periodo di quarantena ho sentito vicino persone lontane).
Quello che è difficile, come già sottolineato da molti liberi professionisti, è riuscire a staccare.
Già nei periodi di traduzioni con scadenze ravvicinate le ore di lavoro al computer arrivavano a superare le dodici ore giornaliere; col mio bioritmo da gufo poi è un attimo ritrovarsi a tradurre mentre il resto del mondo fa vita sociale.
Oltre a questo, soprattutto se si lavora direttamente con l’azienda, i messaggi e le chiamate persistono ben oltre il canonico orario lavorativo. Nulla di male al momento, vista l’esigua mole di incarichi. Ma probabilmente in futuro sarà necessario organizzare anche questo aspetto, per non ritrovarsi come la telefonista erotica di Jennifer Jason Leigh in “America oggi”, a rispondere a chiamate di lavoro negli orari più assurdi mentre si prepara il soffritto.
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