Da alcuni giorni è possibile presentare domanda attraverso il sito dell'Inps per l'indennità di maggio prevista dal Decreto Rilancio. Tuttavia, nonostante timidi segnali di disponibilità a correggere le "storture" di alcuni requisiti da parte della sottosegretaria al lavoro Francesca Puglisi, tutto è rimasto invariato.
Quindi anche i freelance dovranno dimostrare di avere subito una perdita di REDDITO e non di FATTURATO nel secondo bimestre 2020 rispetto a quello del 2019.
Peccato che molti di noi vengono pagati, bene che vada, a 60 giorni dall'emissione di fattura; in Italia infatti è considerato normale retribuire i professionisti dopo mesi dalla conclusione di lavori anche molto impegnativi (e la colpa è anche di chi accetta supinamente notevoli ritardi sui pagamenti e si sente persino in imbarazzo ad inviare mail di sollecito per compensi dovuti, e in tempi umani possibilmente).
Chi ha definito i criteri dell'articolo 84 del Decreto evidentemente non conosce il nostro mondo, né si è dato la briga di informarsi.
Aiutiamo quindi chi di dovere a comprendere le nostre modalità lavorative, diffondendo la richiesta di revisione degli accessi all'indennità per i liberi professionisti.
A questo proposito desidero ringraziare Aldo Cazzullo che oggi nella sua rubrica del Corriere della Sera ha dato spazio alla mia lettera sull'argomento.
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